Morti per disperazione e il futuro del capitalismo by Anne Case;Angus Deaton;

Morti per disperazione e il futuro del capitalismo by Anne Case;Angus Deaton;

autore:Anne, Case;Angus, Deaton; [Case, Anne Deaton, Angus ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Collezione di testi e di studi
ISBN: 9788815366740
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


Morti e deindustrializzazione

Non abbiamo ancora terminato con il reddito e la disoccupazione. Alcuni degli scritti sull’epidemia, come l’eccezionale Dreamland di Sam Quinones, evidenziano abuso di oppioidi e morti in città un tempo prospere dove sono andati perduti posti di lavoro, dove le fabbriche sono state chiuse per gli effetti dell’automazione o si sono trasferite all’estero, e dove almeno parte della popolazione tuttora residente fa un uso eccessivo di oppioidi.

L’intuizione di Quinones viene confermata da una correlazione di dettaglio tra morti per disperazione e tassi di occupazione, condotta sulle mille piccole aree del paese di cui abbiamo precedentemente parlato. Le località in cui è bassa la percentuale di occupati tra la popolazione in età da lavoro sono anche i luoghi caratterizzati da un’elevata frequenza di decessi per disperazione; questo vale per i suicidi, per le overdose e per le epatopatie alcoliche prese separatamente. Numerosi studi hanno considerato un episodio più specifico, l’adesione della Cina nel 2000 all’Organizzazione mondiale del commercio e le forti ripercussioni locali in termini di disoccupazione risultanti dall’improvvisa concorrenza di prodotti cinesi assai più economici. Anche in questi casi, gli aumenti della disoccupazione sono associati ad aumenti della mortalità[21].

La tesi principale di questo libro è che le morti per disperazione riflettono un lento e lungo processo di deterioramento del tenore di vita della classe lavoratrice bianca meno istruita. La disoccupazione rientra in questa storia, ma ne è solo una parte. Le persone che hanno rinunciato a lavorare e non stanno cercando lavoro non sono considerate disoccupate, e purtuttavia riducono la percentuale di occupati. I tassi di disoccupazione salgono e scendono globalmente a livello nazionale, ma anche in luoghi specifici quando un certo tipo di lavoro viene rimpiazzato da un altro, trattandosi spesso di un lavoro peggiore che ne sostituisce uno migliore. Nelle località in cui il settore manifatturiero è scomparso privando le persone di un posto di lavoro ben retribuito, i lavori sostitutivi possono trovarsi nei servizi, nella logistica, nei call center o tra gli autisti di Uber. Può trattarsi di lavori peggio retribuiti e suscettibili di provocare un maggiore stress, ma che tuttavia sostengono i livelli occupazionali. La giornalista Amy Goldstein ha raccontato una storia di questo genere a proposito di Janesville, nel Wisconsin, città natale di Paul Ryan, dopo che la General Motors – nota come «Generosa» Motors per via dei suoi alti salari orari – ebbe chiuso nel 2008 lo stabilimento dove aveva fabbricato Chevrolet per ottantacinque anni. Che il tasso di disoccupazione alla fin fine sia di appena il 4% non vuol dire che tutto vada bene[22].

Tassi di disoccupazione più bassi sono associati a numeri inferiori di morti per disperazione. Eppure non possiamo escludere che vi siano soggetti che dopo aver perso il lavoro non hanno più ripreso a lavorare, e non vengono pertanto conteggiati nelle statistiche sulla disoccupazione. Anche queste situazioni contribuiscono a creare angoscia e disperazione, e i decessi sono numerosi anche quando la disoccupazione è bassa ma molte persone, oltre a non fare nulla, non hanno nulla da fare.

In sintesi, la



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